Cappelle sul Tavo

“Cappelle” il nome della località deriva dall’esistenza di una cappella come luogo di culto realizzata dopo il 1295,anno della leggendaria traslazione della casetta della Madonna di Nazareth a Loreto Marche,cui la cappella fu appunto intitolata.
Nel 1600 la vecchia cappella fu ampliata per diventare Chiesa con annesso Campanile. Una parte dell’attuale territorio di Cappelle era accatastato sotto la voce di Spoltore, un altra parte pure denominata Cappelle apparteneva a Montesilvano e così veniva descritta: detta “Villa Cappelle” è dominata da tutti i venti e dal sole, dal nascere al tramontare e sta’ esposta verso tramontana.Gli abitanti di essa si servono per loro vitto dell’ acqua del “fiume Tago” (Tavo) distante circa un quarto di miglio da detta Villa. La maggior parte del terreno (verso Montesilvano) è piano,il restante boscoso e peninoso (collinare) tutto atto a coltura. Il peninoso non si coltiva per mancanza di Vassalli e il piano una quarta parte.Si governa da un Camerlengo ed un Massaro..vivono senza gabella (tassazione) e bisognandoci di denaro si tassano un tanto per ciascuna famiglia e si fa un Governatore..
Nel 1770 si constata finalmente che vi sono più di 100 abitazioni tra case,pinciare e pagliari di creta e vi sono famiglie “cappellesi” che hanno una rendita maggiore di ducati 48..essi sono: Di Marzio, Giovannucci, Cicoria, Di Domizio, Ricci, Iachini, Baricone e De Amicis..di quest’ultima famiglia parlerò in maniera più approfondita…

Il rev. prof. Fernando Puig nuovo Rettore dell’Università per il quadriennio 2024/2028

Il Gran Cancelliere della Pontificia Università della Santa Croce e Prelato dell’Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, sentito il parere degli organi di governo dell’Università e del Senato Accademico e ricevuta la conferma del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, ha nominato nuovo Rettore per il quadriennio 2024-2028 il rev. prof. Fernando Puig, attualmente Decano della Facoltà di Diritto Canonico.

Il nuovo Rettore – che sostituisce dopo otto anni di mandato il rev. prof. Luis Navarro –, entrerà in carica l’1 ottobre 2024, con l’inizio del nuovo Anno accademico, in cui ricorre il 40º anniversario della fondazione dell’Università della Santa Croce. In quella stessa data è previsto il pensionamento del professor Navarro, che si è incorporato alla Santa Croce nel 1986.

Il rev. Fernando Puig è professore ordinario di Diritto dell’Organizzazione e del Governo della Chiesa presso la Facoltà di Diritto Canonico della Santa Croce. Nato a Terrassa, in Spagna, nel 1968 è sacerdote incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei dal 2004. Dottore di ricerca in Diritto privato presso l’Università di Barcellona e Università di Girona, ha anche un dottorato in Diritto Canonico e in Teologia dogmatica, conseguiti presso la Pontificia Università della Santa Croce. È autore di numerosi contributi e articoli su riviste specializzate sui temi del diritto canonico, dell’organizzazione e del governo di realtà e strutture ecclesiastiche (Curia romana, sinodalità, ministero episcopale, vita consacrata).

* * *

La Comunità Accademica ringrazia il prof. Luis Navarro per gli anni di lavoro come Rettore al servizio della nostra Istituzione. Nel corso dei due mandati si è sviluppato il lavoro accademico delle quattro Facoltà e dell’ISSR all’Apollinare, anche durante il periodo della pandemia di Covid-19; si è avviato un processo di riforma dell’organizzazione interna, professionalizzando diverse procedure di lavoro; si sono attivate misure economiche e finanziarie per garantire la sostenibilità. Negli ultimi anni si è inoltre dato ulteriore impulso alla ricerca, attraverso la creazione di progetti interdisciplinari e interuniversitari, che coinvolgono studiosi e ricercatori provenienti da Università di diversi Paesi.

Come appartenente alla Conferenza Rettori delle Istituzioni Pontificie Romane (CRUIPRO), di cui il Rettore Navarro è Presidente, l’Università ha aderito ai progetti finalizzati a favorire la mobilità studentesca e tra i docenti, in linea con quanto richiesto dalla Costituzione Veritatis gaudium di Papa Francesco. Occasione di particolare significato è stata l’Udienza concessa dallo stesso Pontefice agli studenti e al personale delle Università Pontificie di Roma, che ha avuto luogo il 25 febbraio del 2023, durante la quale il professore Navarro ha avuto occasione di rivolgersi al Papa a nome dei presenti.

L’esercito romano

«I romani si mettono marcia tutti in silenzio e ordinatamente, restando ciascuno al proprio posto come fossero in battaglia. I fanti indossano corazze (lorica) ed elmi (cassis o galea), una spada appesa su ciascun fianco, dove quella di sinistra è più lunga (gladius) di quella di destra (pugio), quest’ultima non più lunga di un palmo. I soldati “scelti”, che fanno da scorta al comandante, portano una lancia (hasta) e uno scudo rotondo (parma); il resto dei legionari un giavellotto (pilum) e uno scudo oblungo (scutum), oltre ad una serie di attrezzi come, una sega, un cesto, una piccozza (dolabra), una scure, una cinghia, un trincetto, una catena e cibo per tre giorni; tanto che i fanti sono carichi come bestie da soma.

I cavalieri portano una grande [e più lunga] spada sul fianco destro (spatha), impugnano una lunga lancia (lancea), uno scudo viene quindi posto obliquamente sul fianco del cavallo, in una faretra sono messi anche tre o più dardi dalla punta larga e grande non meno di quella delle lance; l’elmo e la corazza sono simili a quelli della fanteria. L’armamento dei cavalieri scelti, quelli che fanno da scorta al comandante, non differiscono in nulla a quello delle ali di cavalleria. A sorte, infine, si stabilisce quale delle legioni debba iniziare la colonna di marcia.»

GIUSEPPE FLAVIO, GUERRA GIUDAICA, III, 5.5.93-97

Lettera del Papa al presidente di Taiwan in occasione del terremoto

PapaFrancesco esprime “profondo dolore” per la perdita di vite umane e i danni causati dal terribile #terremoto di magnitudo 7.2 che ha colpito #Taiwan, provocando dieci vittime e oltre mille persone ferite. Circa 700 sono ancora disperse o bloccate dalle macerie. In un telegramma a firma del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, indirizzato al presidente della Conferenza Episcopale regionale cinese, John Baptist Lee Keh-Mean, il Pontefice “assicura a tutti coloro che sono stati colpiti da questa catastrofe la sua sentita solidarietà e vicinanza spirituale”. Francesco, si legge ancora, “prega per i morti, i feriti e tutti gli sfollati”, come pure “per il personale di emergenza impegnato negli sforzi di recupero”. Su tutti il Papa invoca “la benedizione divina di consolazione e forza”.

Pietre in cambio di diamanti.

Un/a uomo/donna aveva un/a marito/moglie e un’amante e non sapeva chi scegliere. Decise di andare da un saggio per trovare una risposta al suo problema. Gli chiese se doveva stare con sua moglie/marito o con la/il sua/o amante. Il saggio, l’ha guardato/a e ha preso due vasi nelle sue mani: uno con una rosa e l’altro con un cactus e gli ha chiesto:
“Cosa fai se ti dico di scegliere uno di questi due vasi?”. Lui/Lei l’ha guardato e ha risposto: “Ovviamente scelgo la rosa!”. Il saggio sorrise: “Hai dimostrato di essere imprudente e affrettato/a. Non ti meriti nessuno dei due vasi: né quello contenente la rosa né quello con il cactus. Alcuni, spinti dalla bellezza e dalla mondanità scelgono quello che sembra luccicare di più. La rosa è bella ma appassirà presto. Invece il cactus, anche se non è molto bello a prima vista, rimane lo stesso, indipendentemente dal clima: verde scuro con tante spine ma quando fiorisce ti regala un fiore bellissimo. Tua/ moglie/marito conosce tutte le tue debolezze, i tuoi difetti e i tuoi errori e ti ama per quello che sei. L’amante non vuole te intero/a ma solo la parte bella: i tuoi sorrisi, le vittorie, la gioia, le carezze. Tua/o moglie/marito ama le tue lacrime, le tue sconfitte: ti sta accanto nel bene e nel male. Quando arriveranno i momenti difficili l’ amante andrà via e cercherà altro. Tua/o moglie/marito rimarrà accanto a te. Non guardare adesso che tutto sembra andare bene. Le cose non andranno così a lungo. Ormai per te è troppo tardi. Hai disprezzato il cactus per avere la rosa e non ti meriti nessuno dei due. Ma sappi che arriverà il momento in cui capirai il tuo sbaglio ma sarà troppo tardi.”
Sciocco è colui che ha un diamante a casa e va a cercare pietre altrove.

Loredana, da Trieste al Brasile un’intera vita da missionaria

Loredana sentiva l’urgenza di evangelizzare: era una missionaria nata, una seminatrice di Cristo»: così dice di lei l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, vescovo emerito di Trieste. «Mia sorella era un vulcano, un fiume in piena, una donna creativa, generativa, piena d’energia. Aveva fretta e voglia di vivere»: è il ritratto che ne traccia Nadia Vigini, a lei molto vicina per età e assonanze profonde. «Negli ultimi anni – ricorda la sorella – Loredana andava e veniva dal Brasile: qui a Trieste insegnava religione. Lì aveva trovato terreno fertile per il suo biblio-dramma, un metodo di evangelizzazione basato sull’esperienza concreta di gruppo». Loredana Vigini, classe 1969, missionaria fidei donum triestina per quasi vent’anni in terra brasiliana, era brillante, generosa, solare. Morirà a San Paolo del Brasile il 4 febbraio 2023 in seguito ad un incidente all’apparenza banale.
— Leggi su www.avvenire.it/chiesa/pagine/loredana-vigini-da-trieste-al-brasile-una-vita-pe

Il silenzio nell’omelia del Pontefice

“PapaFrancesco non ha letto l’omelia della domenica delle palme per ‘scelta’, per “sostituirla con un eloquente silenzio”. A dirlo è padre Enzo Fortunato, portavoce della basilica di San Pietro. “Dinanzi al racconto della Passione di Gesù, dinanzi alle croci del mondo, dinanzi a quel raccoglimento di migliaia di pellegrini proveniente da tutto il mondo, probabilmente il Papa – osserva il francescano – ha preferito il silenzio che è stato più incisivo, a mio avviso, di molte parole”. “Ai piedi della tomba dell’apostolo Pietro – sottolinea ancora – arriva il dramma e il dolore di un mondo che cerca la pace”. Il portavoce della basilica vaticana osserva ancora: “Non farei strumentalizzazioni sulla salute del Pontefice. Lo abbiamo visto, al termine della celebrazione, sorridente, salire sulla papamobile e , abbracciare e salutare il popolo di Dio”.

Corsoglio di Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca

Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi cattolici russi, esprime il suo cordoglio per il “brutale attacco terroristico a Mosca”, rivendicato dall’Isis e nel quale sono morte oltre 140 persone. “Desidero esprimere le mie più sentite condoglianze ai parenti delle vittime e il mio sostegno a tutti coloro che hanno sofferto in questa terribile tragedia”, sottolinea l’arcivescovo aggiungendo che “oggi i nostri cuori sono pieni di orrore e di dolore, ma non permetteremo che ci facciano dimenticare che la nostra vita e quella di tutti gli uomini sono nelle mani di Dio. La Settimana Santa, ci ricorda che la morte non è l’ultima parola. Ma prima ancora, Cristo condivide con noi tutta la profondità della nostra sofferenza. La risposta di Dio alla sofferenza umana è una presenza amorevole”. Mons. Pezzi, nel messaggio, si rivolge infine alla comunità cattolica locale: “Vi chiedo inoltre di esercitare la dovuta diligenza e discrezione per la vostra sicurezza personale e pubblica”.

Settimana Santa in Vaticano

La settimana Santa sarà caratterizzata quest’anno, in piazza San Pietro e nella basilica vaticana, da uno scenario di fiori variopinti e piante provenienti non solo dall’Italia, ma anche dall’Olanda. Si occuperanno degli addobbi e della loro sistemazione le maestranze del Servizio Giardini e Ambiente della Direzione delle Infrastrutture e Servizi del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano in collaborazione con quanti hanno offerto piante e fiori.

Per la Domenica Delle Palme, il 24 marzo, verranno distribuiti ramoscelli di ulivo forniti dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Regione Sardegna. La distribuzione di alcune “palme fenix” – donate dal Cammino Neocatecumenale – verrà curata dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.

https://www.facebook.com/share/p/ojuo298NvUWS4qTy/

Si è spento il cardinale Paul Josef Cordes

Si è spento il cardinale Paul Josef Cordes, uno degli “inventori” della #Gmg. Nel 1980, Giovanni Paolo II gli affida l’incarico di vicepresidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Ricopre vari incarichi nella Curia Romana e nel promuovere il Centro internazionale giovanile San Lorenzo. Con l’Anno Santo straordinario ‘83-‘84, aiuta a strutturare l’idea delle Gmg. Il 2 dicembre 1995 diventa arcivescovo e assume la carica di presidente del Pontificio Consiglio Cor unum. Sono anni intensi di missioni in varie parti del mondo a nome prima di Giovanni Paolo II e poi di Benedetto XVI, che lo crea cardinale nel 2007. Oggi la morte a #Roma, all’età di 89 anni.

2024-02-24

Sono tornato a Taiwan a fine giugno e ho sin dai primi giorni avuto occasione di incontrare tutti i fratelli e sorelle di comunità e della missione. Parlo di centinaia di persone con le quali negli ultimi 20 anni ho condiviso molti momenti della mia vita. È stato bello ritrovarli dopo tanto tempo e vedere i più giovani cosi cambiati. Tutti si ricordavano di me, anche i più giovani. Era la prima volta che mi succedeva da questa parte, visto che negli ultimi 20 anni non ero mai mancato così a lungo.

Ho fatto delle eucarestie con le comunità dei ragazzi che ho visto nascere o crescere e che ho ritrovato ormai adulti e anche in procinto di fare scelte importanti per la loro vita.

Il Vescovo mi ha assegnato una nuova parrocchia, ho quindi fatto una messa di congedo nella parrocchia che avevo lasciato venendo in Italia, e sono stati tutti molto generosi.

Ho iniziato il servizio di parroco nella nuova parrocchia che comprende 9 paesi nella zona aborigena del sud. 6 di questi paesi hanno una comunità cristiana, altri tre devono ancora essere evangelizzati. Nei 6 paesi ci sono delle cappelle molto semplici in cui si svolgeva una liturgia domenicale e non molto di più. Tre sono chiese con il tabernacolo, altre tre sono sale di preghiera. Gli ambienti sono da pulire e ristrutturare e c’è da iniziare anche una pastorale dei sacramenti e di evangelizzazione. La sagrestia è la mia macchina, visto che devo al momento portare in ogni dove le cose necessarie per il servizio liturgico. La casa parrocchiale è al momento inagibile e solo all’inizio del prossimo anno, se i lavori di ristrutturazione saranno possibili, potrà iniziare ad essere usata.

Sono stato ospitato nella canonica di una parrocchia vicino e il parroco della parrocchia precedente mi ha lasciato usare una stanza per tenere le mie cose e non dover spostare tutto subito. La nuova parrocchia non ha una struttura dove poter vivere, quindi passo le mie giornate passando da un posto all’altro. Inizialmente mi hanno prestato una macchina per muovermi, ma è da ormai un mese che ho sistemato la macchina della parrocchia ed è diventata la mia seconda casa. La mia stanza è quindi in un posto, poi ho un ufficio con le mie cose in un’altro posto e la parrocchia è composta da sei cappelle, il tutto nell’arco di 30 km.

Sono poi stato nominato dal Vescovo auditore nel tribunale diocesano ed ogni settimana, una o due volte vado in curia per aiutare il Vescovo a portare avanti le cause in corso. Vado quindi a Kaohsiung che dista 35 km dal luogo in cui vivo. Il paese dove si riunisce la mia comunità è a 40 km da dove vivo. Ho poi le riunioni e attività diocesane che si svolgono nelle diverse parti della diocesi. Faccio anche parte del gruppo di consultori nel tribunale di prima istanza in una delle regioni a nord dell’isola ed ogni 3 mesi ci riuniamo. Grazie a Dio la prima riunione l’abbiamo fatta in streaming, ma credo che le prossime saranno in presenza.

La parrocchia era purtroppo in una situazione di abbandono sia dal punto di vista strutturale che pastorale e ho dovuto riprendere pian piano in mano tutto, dalla pulizia delle varie strutture alla gestione economica, dagli incontri pastorali alle liturgie questo è stato ed è ancora un impegno giornaliero e costante.

Ho da circa due settimane sistemato degli ambienti che mi permettono di rimanere in parrocchia durante la giornata (un piccolo ufficio, una cucina e un bagnetto) e spero poter riprendere il lavoro di stesura della tesi che si è un po arenato.

Abbiamo festeggiato a settembre il 70 anniversario dell’arrivo dei primi missionari e dell’inizio dell’evangelizzazione in questa zona.

Per quanto riguarda il pellegrinaggio, da Taiwan e Cina sono partiti circa 200 ragazzi. All’incontro con Kiko ha fatto seguito un’altra celebrazione privata in cui i ragazzi che volevano dare la loro disponibilità hanno potuto alzarsi (visto che l’incontro era trasmesso in streaming e si è evitato che fossero ripresi da telecamere per problemi di visto al rientro in Cina). Si sono alzati 26 ragazzi e 24 ragazze, un 25% del gruppo, e diversi altri fidanzati si sono decisi per il matrimonio. Insomma una raccolta copiosa che ci conferma a tutti nella missione.

Stò cercando, anche se a fatica dopo questo primo periodo di assestamento, di riprendere lo studio della tesi. Ho iniziato ad aiutare anche il Vescovo nell’attività del tribunale diocesano. Spero di riuscirmi ad organizzare prima possibile al meglio per non allungare troppo i tempi di stesura e non far attendere il relatore per la consegna delle diverse parti del lavoro. Spero anche di poter da qui riuscire a trovare il materiale di ricerca di cui ho bisogno.

Rimane anche da superare le difficoltà di ambientazione che ,dopo due anni in Italia, hanno ovviamente più lente degli anni passati in cui lasciavo la missione solo per qualche settimana.

Ma il Signore mi sostiene e porta avanti la sua missione, nonostante tutti i miei limiti.

Paolo Miki e compagni.

Erano increduli i padri missionari francesi quando nel 1865 entrarono nel porto di Nagasaki, e per le celebrazioni del Venerdì Santo si trovarono circondati da migliaia di fedeli con gli occhi a mandorla. Era da almeno due secoli che il Giappone non conosceva preti, una dura repressione aveva decimato la comunità cattolica fiorita a partire dall’arrivo di Francesco Saverio, nel 1549. Eppure qualcosa si era conservato: i “Kakure Kirishitan”, i cristiani nascosti, avevano difeso la loro fede dalle persecuzioni, e quando il paese fu riaperto agli stranieri, i credenti presero coraggio e uscirono dalla clandestinità…

La storia della Chiesa giapponese è fatta di dolore e sangue, quello dei tantissimi martiri che furono trapassati dalle spade del governo locale: gli shogun temevano che il cristianesimo potesse essere un braccio occidentale per sfondare nelle città nipponiche e quindi lo osteggiarono non appena iniziò a diffondersi. Le prime repressioni iniziarono a fine Cinquecento, quando nel paese si contava che i seguaci di Cristo fossero già 300 mila, ma l’ostracizzazione più terribile arrivò sotto lo shogunato Tokugawa, a inizio Seicento: ogni opera di evangelizzazione dei sacerdoti stranieri venne bloccata e i missionari espulsi, il culto cristiano venne dichiarato fuorilegge, alcune chiese vennero demolite.

Iniziò lì l’epoca dei “kakure kirishitan”: qualcuno fuggì nelle isole nel sud del paese, i preti vennero uccisi, numerosi credenti iniziarono a vivere la fede in segreto. In alcuni santuari sono ancora visibili i cartelli che venivano affissi agli incroci delle strade, dove si assegnavano ricompense diverse a chi avesse denunciato un sacerdote o un cristiano. A questo faceva seguito la pratica del “fumi-e”: un credente veniva messo davanti a un’immagine sacra ed era costretto a calpestarla per aver salva la vita.

Leggi tutto l’Articolo su:

I cristiani giapponesi “riemersi” dal nulla. Storia di un popolo fedele sopravvissuto a due secoli di persecuzione.

di Michela Emmanuele